sabato 12 settembre 2009

Perigeo



Formazione nata negli anni Settanta da un'idea del contrabassista Giovanni Tommaso, il Perigeo è una delle realtà più importanti di quella "fusion" italiana che lambisce i territori del jazz-rock e del progressive-rock. Ecco la loro storia, nata su una nave da crociera e sviluppatasi poi tra dischi di successo, tour internazionali e qualche passaggio a vuoto.


Il primo album, Azimut, viene pubblicato nel 1972. Le radici jazz dei cinque musicisti sono già evidenti, anche se il sound si presenta piuttosto acerbo e statico, sia per le armonie, sia per la ritmica. Spesso i brani assumono la forma di vere e proprie esecuzioni di piano, con l'utilizzo di pochi accordi e uno sporadico ricorso a batteria e percussioni (vedi, ad esempio, la title track). Alcuni imponenti assoli di chitarra connotano "36 parallelo", mentre "Grandangolo" è un connubio tra rock classico e jazz-prog.


Abbiamo tutti un blues da piangere
, uscito l'anno seguente, si rivela di gran lunga superiore, sia per i virtuosismi dei singoli musicisti, sia per la maggior complessità ed espressività dei pezzi. E' questo disco che segna l'origine del jazz-rock e del jazz-prog, ossia la prima vera materializzazione delle tecniche moderne apportate da Tommaso. Apre il sipario la mediterranea "Non c'è tempo da perdere" che, dopo un'intro strumentale di piano, si sviluppa in una parte cantata in cinque quarti su cui si insinua un assolo di chitarra. Alcuni pezzi presentano un'atmosfera più mesta. Tra essi, la title track, introdotta da un pacato arpeggio di chitarra e pochi accordi, e "Nadir", che si regge su un'atmosfera quasi rassegnata, ma enfatica, con il sax che esegue una dolce melodia. E' ancora il sax di Fasoli a inserirsi brillantemente sulle parti di chitarra in "Deja Vù". Ma il pezzo forte del disco è "Vento, pioggia e sole" che, caratterizzato da un vigoroso e moderno jazz, testimonia ampiamente l'abilità dei cinque musicisti: si susseguono, infatti, poderosi solo di chitarra, di sax e di piano elettrico; tre momenti diversi, in cui ciascuno strumento è protagonista e l'unica legge che regna è l'improvvisazione.

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